Reverse charge, cosa fare con la fattura elettronica
Con l’introduzione della fattura elettronica, occorre distinguere tra le operazioni soggette a reverse charge “esterno” – ovvero attuato a seguito della ricezione di una fattura intracomunitaria per acquisto di beni o servizi – e le operazioni soggette a reverse charge “interno” – ovvero attuato a seguito di una fattura extracomunitaria per acquisto di servizi, quali, ad esempio, un servizio di pulizia, manutenzioni, completamento edifici, nonché in ambito immobiliare.

Integrazione IVA di fattura estera
Questa distinzione è di basilare importanza, come specificato nella nota redatta dallo studio commerciale di Cagliari Cadau&Associati, poiché quando avremo a che fare con una fattura estera soggetta ad integrazione (acquisto intracomunitario o acquisto di servizio extracomunitario), nulla cambierà nella consueta operatività.
Occorre infatti ricordare che le normative in materia di fattura elettronica interessano solo i soggetti nazionali o stabiliti (e non più, come inizialmente previsto, i soggetti identificati), quindi l’operazione passiva estera è del tutto fuori dal regime della fattura elettronica, mentre rientra a pieno titolo nella nuova comunicazione mensile, il cd. “esterometro”.

La comunicazione delle operazioni transfrontaliere
In sostanza, le fatture estere ricevute confluiranno in una sorta di spesometro, tecnicamente denominato “esterometro”, dedicato esclusivamente all’estero.
Si tratta, cioè, della Comunicazione mensile delle Operazioni Transfrontaliere, da presentare entro la fine del mese successivo a quello di avvenuta contabilizzazione del documento di spesa estero.
Integrazione IVA di fattura nazionale
Situazione diversa è quella e il caso di reverse charge interno. Alla ricezione di una fattura interna soggetta a reverse charge occorre, come noto, procedere con l’integrazione dell’IVA, ma trattandosi di operazioni interne tutto questo va ad interessare il Sistema di Interscambio.
Occorre quindi adottare un procedimento tecnico atto a far “conoscere” l’integrazione operata al SDI.
Tutto questo è fattibile secondo due diverse soluzioni percorribili:
– Integrazione con separato documento
– Integrazione mediante autofattura elettronica